Quando dormiamo siamo tutti uguali, morfeonauti inermi nel colorato gorgo, e non conta cosa si sogna, se no saremmo tutti in galera.

(Stefano Benni)

I disturbi del sonno si dividono in dissonnie (in cui sono presenti anomalie della quantità, qualità o ritmo del sonno) e parasonnie (in cui sono riscontrabili comportamenti anomali ed eventi fisiopatologici durante il sonno, durante alcuni stadi del sonno o nel passaggio sonno/veglia).

Definiamo l’insonnia primaria come la lamentela, da parte del paziente, di un sonno scarso o insoddisfacente; o senso soggettivo di difficoltà ad addormentarsi, mantenere il sonno o di cattiva qualità del sonno. È dunque un disturbo soggettivo. In base alla durata, l’insonnia può essere suddivisa in insonnia transitoria (dura solo alcuni giorni); a breve termine (dura da 1 a 3 settimane) e persistente (dura più di 3 settimane). Può inoltre essere suddivisa in situazionale o cronica (se persiste da almeno 6 mesi). Il tipo di insonnia può variare nel tempo. Le difficoltà di addormentamento sono più tipiche dei primi episodi di insonnia, mentre i problemi di mantenimento del sonno sono più comuni nelle fasi avanzate del disturbo. Il primo episodio di insonnia può avere un esordio improvviso ed è spesso associato ad un episodio stressante. Può verificarsi a qualsiasi età, anche se, generalmente, le persone riferiscono l’esordio verso la terza/quarta decade. Per la maggior parte delle persone, l’insonnia si risolve al superamento delle difficoltà connesse all’evento scatenante. Tuttavia può avere anche un decorso intermittente o diventare un problema cronico. Anche nel caso di insonnia intermittente, può verificarsi una ampia variabilità da notte a notte. Tale imprevedibilità causa maggiore disagio e induce una sensazione di impotenza.